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sabato 23 gennaio 2016


Tu che conosci il mare portami dove l’onda, si rivolta e fa la cresta, si consuma e fa l’amore, col cielo che la sfiora, la tocca e poi si fonde, in un unico colore d’azzurro che traspare, in un'unica ragione che ragione non ammette per lasciarsi conquistare e rapire dal suo letto. Perché tu conosci il mare e conosci le sue stelle e punti la tua prua per risalire la corrente, e punti il tuo ardore d’esplorare lidi ed anse, perché tu conosci il mare, dove l’amore fa le pieghe, di pelle che ora schiudi come porti sempre aperti e le riempi di parole che danzano stipate nell’imbocco che gorgoglia e s’accalcano compresse come sciami, come barche, in coda al tramonto.

Perché tu conosci il mare e sai dove inabissare, le carezze come spume tra le curve che ti dono, tra i disegni arabeschi che umidi e più fitti, colano a gocce, raggomitolati nei recessi, nelle forme ora vive, nelle darsene rimaste, per anni in attesa, nelle sere ad ascoltare, il suono della nebbia che cala sopra il molo, il tonfo di un tramonto sopra al davanzale.

Tu che conosci il mare apprezzami per l’acqua, che ad anelli si dirada tra ninfee fluttuanti, perché tu sei il sasso ed io la risacca, che rigurgito sospinta dal risucchio e dalla brezza, tra le labbra in risalita che lasciano la scia, come lumache sopra i muri e sopra la corteccia, la stessa che traballa ad ogni colpo che mi rende, foce d’ogni delta che s’allarga dentro il mare.

Perché tu conosci il mare e i lampi di passione, quelli che di notte si ramificano viola e lilla, quelli che di giorno precedono i tuoni, preludio alla tempesta tra gemiti e sussurri, che inarrestabile mi travolge e cavalca la mia onda, perché io sono molo dove attracchi la tua barca, sono porto che t’accoglie, t’aspetta e si ridesta, e divento la tua vela che amoreggia ad ogni alba, per essere sirena che t’ammalia in mezzo al mare.

Perché tu conosci il mare e sai come navigare, orientarti con la luna e a volte con il vento, perché stanotte tira forte e gonfia la mia vela, e gonfia le mie labbra d’odori e di spezie, di gente d’altri posti, di suoni forestieri, di rutti e di bestemmie, di battelli clandestini. Affoga il tuo istinto nei fondali dell’abisso come se io fossi mare e t’è dolce naufragare, annegati fin dove trovi quel relitto, di ori e di coralli, di stive d’altri tempi, di damaschi e di broccati, d’essenze orientali. Perché tu conosci il mare e sai dove andare, perché domani sarà bel tempo, sicura che non piove

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